30/07/13

Una storiella che spiega la moneta complementare

Siamo in un mercato locale, chiuso, in un Comune ad esempio. Un signore va nell'albergo del paese e prenota una camera per una settimana, costa 500 € e lascia 100€ di anticipo, verrà a dormire il mese prossimo. Deve dare conferma che effettivamente dormirà lì entro una settimana. Poi il signore segna la sua banconota con una firma, l’albergatore stupito lo lascia fare, ed incassa.

Scrive l’incasso in contabilità come anticipo e, in crisi di liquidità, finalmente può dare subito i 100€ alle ragazze che fanno le pulizie che sono rimaste un po’ indietro con i pagamenti dello stipendio.

(La banconota firmata passa di mano una prima volta, L’albergatore paga le ragazze ma paga anche i loro contributi con dei click di computer dal suo conto al conto dell’INPS).

Le ragazze che, sottopagate e neanche pagate per tempo a volte, avevano contratto qualche debito portano i 100€ al negozio che gli vende il cibo, pane, frutta latte etc.. comprano lì e non al supermercato perché il negoziante è una persona buona e gli fa credito.

(Intanto i 100€ passano di mano una seconda volta e il negoziante emette lo scontrino, il suo reddito sale pagherà le tasse).

Però il negozio con i 100 € paga il fornitore del latte e lo fa subito perché era indietro con i pagamenti, è una persona buona, ma alla fine anche lui rimane indietro con i suoi fornitori.

(Quindi i 100 € passano di mano una terza volta e la fattura del fornitore del latte, già emessa e su cui l’IVA è stata già pagata, viene un poco saldata).

Il fornitore del latte deve ospitare il veterinario che viene da lontano e lo ospita presso l’Albergo pagandogli due notti di pensione completa e quindi porta i 100€ alla all'albergatore.

(ed i 100€ vanno all'albergatore e circolano la quarta volta, il veterinario li metterà nella sua fattura all'allevatore delle mucche, la banconota firmata è passata di mano 4 volte in cinque giorni e torna per un caso, proprio da dove era venuta.)

L’albergatore si stupisce di vederla, ma tant'è. Guarda il caso ….

A questo punto, il signore che aveva prenotato torna dall'albergatore dicendogli che ha cambiato idea, non dormirà più lì il mese prossimo, e richiede indietro i suoi 100€, l’albergatore li ha appena incassati dall'allevatore e glieli dà.

Poi il signore burlone dice all'albergatore: “poi, sa, questi 100€ erano anche falsi, li avevo firmati apposta !”

Cosa è successo?
L’economia è girata per 400 €, perché il lavoro delle ragazze è stato pagato veramente, loro hanno lavorato veramente ed hanno mangiato veramente i beni del negoziante, e le tasse sono state pagate veramente ed in Euro. Ma anche il lavoro del commerciante c’è stato veramente ed anche il latte è stato prodotto veramente ed anche la consulenza del veterinario, tutti questi hanno anche pagato tasse Iva sulle vendite e sul valore aggiunto del veterinario, contributi in parallelo al pagamento dei 100€ del lavoro delle ragazze. Però i 100€ che si sono scambiati erano un pezzo di carta falso.

Questa è la moneta. Il valore lo aveva perché tutti credevano che avesse valore e solo per questo. E quel pezzo di carta comparso dal nulla, dal signore che non è del paese e che prenota, ha prodotto nel paese 400 € di scambi reali, lavoro reale e beni consumati reali e tasse reali (in varie forme) pagate.

Cosa aspettano i Comuni (o anche le Regioni) a creare questa moneta locale?

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