01/07/13

No tengo dinero

La scorsa settimana il Consiglio Comunale si è riunito per discutere ed approvare il bilancio previsionale per il 2013. E' stato un esempio paradigmatico di mediocrazia. Sì, non si tratta di un errore di battitura ma abbiamo scritto proprio mediocrazia e non democrazia. No, non ci riferiamo alla qualità delle persone ma alla totale mancanza di idee politiche.

E' stato uno spettacolo piuttosto desolante con maggioranza, opposizione e pseudo-opposizione a ripetere come un mantra: non abbiamo risorse, non ci sono soldi, no money, non c'è 1 lira (e meno che mai 1 euro), siamo alla canna del gas. Insomma no tengo dinero, no no no,

Ora, mettendo da parte qualsiasi intento polemico, anzi, cosa ci aspetteremmo da una classe politica non mediocre? Che non si limiti ad amministrare lo sfascio. Che provi ad avanzare proposte politiche all'altezza delle sfide cui è chiamata. Insomma, che provi a "volare alto".

Per una volta, vogliamo mettere da parte le divisioni di appartenenza politica e provare a fare una riflessione che ci piacerebbe fosse congiunta, a favore solo della cittadinanza. Iniziamo ad enunciarla in questo spazio con l'augurio di svilupparla in spazi anche fisici.

Dunque, iniziamo con una provocazione per introdurre il tema: un politico che non fa qualcosa portando come giustificazione la mancanza di soldi è un politico decisamente mediocre. Questa giustificazione assomiglia a quella di un costruttore che asserisce che non si può fare una strada perchè ci sono i rovi. Già, per fare la strada basta rimuovere i rovi. E così per fare le cose la moneta la si crea.

Ok, l'abbiamo detto. Ora, vediamo la cosa da un altro punto di vista. In Italia non manca forza lavoro, non manca mercato sul piano della domanda aggregata interna né mancano le potenzialità delle nostre imprese di produrre ed esportare. In Italia non mancano le imprese in grado di produrre i beni e servizi necessari al mercato appena su accennato, ed anzi abbiamo notoriamente un largo tessuto di piccole medie imprese in grado di produrre una larghissima tipologia di beni. Cosa manca allora alla nostra Economia? Semplice, quello che manca è la moneta.

E questa è una precisa scelta di politiche monetarie decise da una oligarchia finanziaria tesa a favorire i famigerati "mercati" a scapito delle popolazioni, che hanno portato l'Europa negli ultimi anni a trovare migliaia di miliardi per salvare le banche, mentre non riesce a trovare qualche spicciolo (pochi miliardi) per rilanciare l'occupazione giovanile.

Per farla breve: tutte le (allucinanti) politiche europee sono tese a togliere liquidità dal mercato: dalle nuove regole bancarie di Basilea III al fiscal compact, dall'aumento dell'IVA alla riforma delle pensioni, l'effetto è quello di togliere liquidità al sistema, insomma il cosìdetto credit crunch o, per dirla come sappiamo: no tengo dinero.

Come se ne esce? Ovviamente creando liquidità, cioè creando moneta. La cosa più naturale sarebbe riprendendersi la sovranità monetaria, cosa che invece abbiamo perso come Paese cedendola ai banchieri della BCE. Non sappiamo cosa succederà dell'Euro, anche se sempre più molti si stanno convincendo che un Euro così non è più sostenibile. In ogni caso il suo abbandono non avverrà in tempi brevi.

Mentre le imprese chiudono ora, i lavoratori sono licenziati ora, i giovani non riescono a trovare lavoro ora. La stretta creditizia c'è ora. Ed è ora che occorre trovare velocemente il modo di immettere liquidità nel sistema.

Come? Attraverso l'introduzione di una moneta locale. Già, perchè le monete complementari sono legalmente possibili in Italia e vi sono già esperimenti funzionanti, per non parlare del caso del WIR svizzero, moneta complementare attiva con successo dal 1934 e creata, guarda caso, per carenza di moneta a seguito del crollo del mercato azionario del 1929.

Altro esempio: in Argentina negli anni del default, sia prima che dopo, oltre 200 monete complementari hanno funzionato da buon paracadute ed hanno tenuto attiva la comunità economica e lo scambio. La cosa importante è attivare dei sistemi efficienti prima che siano divenuti indispensabili perchè non se ne può più fare a meno.

La moneta complementare è quindi un salvavita spontaneo quando c’è l’infarto, ma anche un'ottima cura per prevenirlo: come tutti i farmaci salvavita il principio attivo funziona anche prima se preso in dose corretta e modulato bene.

Per farla breve: vogliamo mettere insieme le forze per un progetto pilota di moneta locale sul nostro territorio? Va da sè che più è ampio il territorio che partecipa al progetto e più aumenta l'efficacia del sistema. E più che mai è quindi necessario mettere da parte divisioni di bottega e, come si diceva, provare a volare alto.

Come Movimento 5 Stelle disponiamo già di elaborazioni teoriche e di modelli implementativi immediatamente utilizzabili per un progetto pilota. E che mettiamo volentieri a disposizione della cittadinanza.

Ne parliamo?

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